“Poesie del Pennello”, l'incontro con Mario Luzi nelle tele di Werther Morigi
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“Poesie del Pennello - L'ermetismo di Mario il verismo di Werther" è il titolo della nuova mostra di dipinti di Werther Morigi.
A braccetto sull'arenile, di seguito in pineta, i due grandi eruttano parole, fulminano sguardi, "svelandosi il mondo di emozioni, di fantasie, di storie, di esperienze che hanno attraversato e abitato il loro patrimonio che ora è unico".
Loro esistono ancora, sono Mario Luzi e Werther Morigi, il tempo sono gli anni Cinquanta, il luogo è Cervia; il "paese" che per parecchie estati li ha ispirati a riempire fogli e tele, di versi e colori.
"La terra che a lei concorda il mare" ha cementato stima e amicizia dei due quasi coetanei, Mario era più vecchio di un anno e se ne vantava, "quattro stagioni in più"; a ispirare prima il poeta del pittore le creazioni indelebili al tempo. È l'ultima tematica della 72esima esposizione di Morigi a Milano Marittima - Cervia: "Poesie del Pennello". Scritti e colori presentati in anteprima attraverso nove opere storiche del Maestro cromatico intitolate da didascalie, brani, frasi del Poeta ermetico.
Innamorati della stessa città che li ha fatti incontrare; connubio tosco romagnolo che magnifica porto, canale, case, strade sui quali aleggia la rarefatta aria salmastra dell'Adriatico. Fra gli olii e affreschi di Morigi figurano "Natura", "La notte lava la mente", "Oscillano le fronde" e "Un giaciglio di porpora e un canto di culla per chi non ha potuto dormire", esposto nel salone del Palace Hotel in omaggio a Tonino Batani.